Area Compliance

COSA POSSIAMO FARE PER TE

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Area Compliance: a volte la troppa sicurezza fa compiere scelte azzardate, ma scegliere la sicurezza non è mai un azzardo.

Gestione Crisi d'Impresa

Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa definisce la “crisi” come “lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi”  e l’ “insolvenza” come  “lo stato del debitore che si manifesta con inadempimenti od altri fatti esteriori, i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni”.

Le cause di una crisi aziendale possono essere molteplici. Qualora le stesse non vengano individuate per tempo ed adeguatamente eliminate, lo stato di crisi si espande a tutti i livelli dell’organizzazione di impresa, pregiudicando i risultati economici, patrimoniali e finanziari.

La normativa vigente mette a disposizione dell’impresa in crisi; tra di essi rientrano 

  • i piani attestati di risanamento
  • gli accordi di ristrutturazione dei debiti
  • gli accordi di ristrutturazione agevolati
  • gli accordi di ristrutturazione ad efficacia estesa
  • la convenzione di moratoria 
  • la transazione su crediti tributari e retributivi
  • i piani di ristrutturazione soggetti ad omologazione
  • il concordato preventivo

E’ per questo che si rende necessario un intervento tempestivo da parte di professionisti qualificati, con la precipua finalità di guidare l’azienda, ove possibile, in un percorso di risanamento ovvero verso la sua liquidazione, senza trascurare la necessità di tutela sotto ogni profilo dell’imprenditore.

Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro

La normativa in materia di Salute e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro contempla una serie misure, provvedimenti, valutazioni e monitoraggi che ogni imprenditore (qualificato dal d.lgs. 81/2008, ovvero il Testo Unico sulla Sicurezza, come datore di lavoro) che occupa almeno un lavoratore deve mettere in atto all’interno dei luoghi di lavoro per tutelare la salute e l’integrità dei lavoratori, proteggendoli dai rischi presenti.


Nel quadro della corretta gestione aziendale, ogni datore di lavoro deve adottare due tipi di misure:

  • misure di prevenzione, volte cioè ad evitare che si verifichi un evento dannoso;
  • misure di protezione, volte a limitare le conseguenze di un evento dannoso.



I principi fondamentali su cui si basa tutto il sistema della sicurezza sul lavoro sono:

  • valutare i rischi per la salute e la sicurezza presenti;
  • eliminare o ridurre tali rischi sostituendoli alla fonte;
  • limitare l’utilizzo di sostanze pericolose sui luoghi di lavoro;
  • effettuare controlli sanitari periodici dei lavoratori;
  • informare e formare i lavoratori in materia di sicurezza;
  • informare e formare i rappresentanti della sicurezza aziendale;
  • consultare i rappresentanti per la sicurezza e renderli partecipi della situazione aziendale;
  • programmare e attuare misure di sicurezza adatte;
  • vigilare sull’effettiva efficacia ed applicazione di tali misure di sicurezza.



Appare evidente che si tratta di attività complesse che richiedono il supporto di professionisti con comprovata esperienza e elevate competenze tecniche, anche perché sia in presenza di controlli che in conseguenza di incidenti sul lavoro, scatta per il datore di lavoro una responsabilità civile e penale per la non corretta o omessa adozione delle misure di prevenzione in materia di salute e sicurezza.

I professionisti di Professione Consulenza operano da anni nel settore e si avvalgono di strumenti tecnologici di valutazione dei rischi all’avanguardia, con ciò supportando le imprese nella adozione di tutte le misure richieste dalla normativa di settore.

Modello 231 per la prevezione dei reati societari

Con l’emanazione del d.lgs. 231 del 2001 è stato superato il principio che escludeva la responsabilità penale delle imprese. Ogni impresa, dunque, può essere chiamata a rispondere per una serie di reati commessi, nell’interesse dell’impresa stessa, da commessi da:

  • persone che rivestono ruoli di rappresentanza, gestione e amministrazione;
  • entità organizzative autonome;
  • persone soggette alla direzione e vigilanza, come i dipendenti.



Le tipologie di reato prese in considerazione dalla normativa sono molto varie e coprono tutte le aree di attività di una impresa; vi rientrano:

  • i reati contro la salute e la sicurezza sul lavoro;
  • i reati tributari;
  • i reati contro la Pubblica Amministrazione;
  • i reati societari;
  • i delitti contro la personalità individuale;
  • i delitti con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico;
  • i reati transnazionali (traffico di migranti, riciclaggio);
  • gli illeciti ambientali;
  • i reati di criminalità informatica;
  • le manipolazioni del mercato e abuso di informazioni privilegiate.



Per diminuire il rischio di illeciti e la conseguente responsabilità penale dell’impresa, il d.lgs. 231/01 prevede l’adozione un sistema di prevenzione stabilito dall’azienda, con cui si indirizzano i comportamenti di ogni membro al rispetto delle norme attinenti alla responsabilità d’impresa, noto come Modello 231.

E’ bene chiarire che non si tratta di un modello obbligatorio, in quanto non è imposto dalla normativa, ma certamente consigliato, essendo volto a prevenire la commissione degli illeciti o a escludere/limitare la responsabilità penale dell’impresa una volta che gli illeciti sono stati commessi.

Si pensi ad es. ai reati relativi alla mancata adozione di misure di prevenzione nell’ambito della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro o ai reati tributari.

Inoltre, alcune legislazioni regionali richiedono l’adozione del Modello 231 come requisito preliminare per ottenere l’accreditamento in settori specifici o per partecipare a bandi pubblici

La normativa non prevede un modello universale, valevole cioè per ogni impresa. Ne consegue che ogni modello dovrà essere predisposto sulla base alle caratteristiche proprie di ogni impresa, in base alle attività che svolge, ai processi produttivi e agli interlocutori con cui interagisce e ai reati che (in astratto) potrebbero essere commessi nel suo interesse.

Affinché un Modello organizzativo sia elaborato, adottato ed aggiornato efficacemente, ogni impresa deve:

  • effettuare la valutazione del rischio, per individuare, analizzare, misurare e trattare il rischio di commissione di illeciti nelle diverse aree di attività aziendale;
  • implementare delle procedure specifiche, per gestire il rischio, prevenendo la messa in atto di condotte illecite nelle aree in cui il rischio di reato è più elevato;
  • definire la struttura gestionale per la prevenzione dei reati, ovvero i principi etici, le risorse, le responsabilità e i flussi di informazione, che consentono di applicare e aggiornare le procedure di prevenzione e di rilevare, nel tempo, l’emergenza di nuove aree di rischio.



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