Sommario:
- Definizione e caratteristiche del Fido bancario.
- I costi del conto corrente affidato.
- Quando la Banca può revocare gli affidamenti concessi?
1. Definizione e caratteristiche del Fido bancario
Spese impreviste, urgenze: spesso può accadere di dover attingere al proprio conto più di frequente. Capita quindi di dover disporre di una certa somma aggiuntiva, per riuscire a far quadrare i conti in tutta tranquillità. Il fido bancario (o scoperto di conto corrente) può rivelarsi la soluzione in alternativa al prestito personale: ecco cos’è e come funziona.
Il fido è uno strumento di credito utile a privati ed imprese per garantirsi una riserva di liquidità. A differenza dei prestiti e dei mutui, il fido non è finalizzato né ha una durata predeterminata. In altre parole, quando si richiede un fido non è necessario motivarne le finalità né stabilire una precisa rateizzazione. Per le sue caratteristiche peculiari, l’apertura di credito in conto corrente ha una struttura di prezzo peculiare e non sempre chiara ai richiedenti.
A differenza di un normale prestito, con un’apertura di credito la banca non eroga la somma approvata al cliente. Non ci sarà quindi un bonifico ma solo la messa a disposizione di detto importo sul conto corrente. Sarà poi il cliente, sulla base delle proprie esigenze a decidere se e per quale importo sfruttare la somma deliberata.
Pertanto, attraverso il fido bancario è possibile prelevare denaro dal proprio conto anche se il saldo è negativo, entro i limiti della somma pattuita con la propria banca. Il richiedente è tenuto a rimborsare l’importo erogato non appena disporrà di un rientro economico. Ovviamente, oltre all’importo, l’istituto di credito definisce anche il piano di rientro delle rate e le tempistiche riferite al saldo del debito.
Cosa devi fare per ottenere un fido bancario?
Per ottenere un fido bancario è necessario presentare la domanda in filiale, compilando un apposito modulo.
L’istituto bancario esamina la situazione reddituale del richiedente: quindi le sue entrate, le sue uscite e gli eventuali altri impegni di spesa, inclusi mutui e prestiti. Tuttavia, se i requisiti ci sono, i tempi di concessione del fido sono tutt’altro che biblici: da pochi giorni fino al massimo a un mese, oltre il quale si può dedurre che il fido non è stato dato. Quanto si può ottenere con un fido bancario? Dipende dalla banca e dalla presenza o meno di garanzie reali o personali. Un aspetto interessante, tuttavia, è che il destinatario non deve per forza utilizzare tutti i soldi messi a disposizione dalla banca, ma anche soltanto una parte: e gli interessi vengono calcolati solamente sulla quantità di denaro realmente utilizzata, che poi è la sola che va restituita.
2. I costi del conto corrente affidato
Oltre all’attenzione che dobbiamo prestare verso l’accettazione o meno del fido bancario attraverso la presentazione di documenti validi e regolari, la questione a cui dobbiamo porre attenzione è la convenienza. Ci sono infatti dei costi aggiuntivi su questo tipo di credito, che possono fermare il nostro entusiasmo iniziale rispetto al finanziamento.
Tipologie di spese correlate
Sono principalmente tre le tipologie di spese correlate al fido di conto corrente:
– Interessi bancari: bisogna riconoscere gli interessi alla banca solo sulla base dell’utilizzo dei fondi, inoltre, per dettagliare gli interessi che stanno maturando, la banca invia un rendiconto trimestrale;
– Commissione Disponibilità Fondi che va pagata sull’importo deliberato dalla banca, indipendentemente dall’utilizzo del fido;
– Commissione di Istruttoria Veloce (CIV) che è collegata alla procedura di autorizzazione di uno sconfino da parte della banca. Viene applicata solo se utilizzi il fido oltre l’importo accordato dalla banca.
3. Quando la Banca può revocare gli affidamenti concessi?
Nel rapporto bancario è il grado di solvibilità del cliente a orientare la banca verso il mantenimento o la revoca degli affidamenti concessi. Nei rapporti bancari la Banca sovente si riserva convenzionalmente la libertà di recedere dal rapporto anche in assenza di giusta causa e senza preavviso. Ne conseguono la sospensione immediata dell’utilizzo del credito concesso, e sovente, l’assegnazione di termini per la restituzione delle somme utilizzate inferiori ai 15 giorni previsti dall’art. 1845, comma 2, c.c.
Tuttavia, l’autonomia delle parti trova il proprio limite nel principio di correttezza e buona fede. Questo enuncia un dovere di solidarietà, fondato sull’art. 2 Cost., che impone a entrambe le parti del rapporto obbligatorio il dovere di agire in modo da tutelare gli interessi dell’altra. Ciò a prescindere dall’esistenza di obblighi contrattuali specifici o di quanto espressamente stabilito da singole norme di legge.
Si è affermato negli anni il principio giurisprudenziale per cui il recesso dal rapporto e la sospensione di ulteriore credito da parte della Banca sono leciti quando la decisione rispetta la disciplina legale e convenzionale e non sia censurabile secondo il principio di buona fede. Viceversa, sono illeciti quando sono pretestuosi e arbitrari.
In conclusione, la Banca non può esercitare il potere di recesso con modalità improvvise o arbitrarie, dovendo altrimenti rispondere dei danni causati.
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